Daucus carota

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Carota
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Tracheobionta
(clade) Angiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Asteridi
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Genere Daucus
Specie D. carota
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Genere Daucus
Specie D. carota
Nomenclatura binomiale
Daucus carota
L., 1753
Daucus carota subsp. maximus

La carota (Daucus carota L., 1753) è una pianta erbacea dal fusto di colore verde e le radici di colore variabile dall'arancione al nero, appartenente alla famiglia delle Apiaceae; è anche uno dei più comuni ortaggi, e il suo nome deriva dal latino tardo carōta, a sua volta dal greco antico καρωτόν?, karōton. La carota spontanea è diffusa in Europa, in Asia e nel Nord Africa. Ne esistono molte e diverse cultivar che sono coltivate in tutte le aree temperate del globo. Allo stato spontaneo è considerata pianta infestante e si trova facilmente in posti assolati ed in zone calde e sassose.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una specie erbacea biennale, alta fino a 100 cm, che nel secondo anno sviluppa un fusto eretto e ramificato con foglie verdi profondamente divise e villose. Ha grandi ombrelle di forma globulare composte da ombrellette. Queste sono a loro volta formate da fiori piccoli bianchi a cinque petali; il fiore centrale è rosso scuro, un carattere selezionato dalla pianta per indirizzare gli insetti impollinatori ad esso, in modo da poter portare il polline in altri fiori. L'infiorescenza presenta grandi brattee giallastre simili alle foglie. Sono fiori visitati dalle api per il polline ed il nettare.[2]

Semi di carota

Nei fiori sono presenti delle piccole ghiandole profumate che attirano gli insetti. Le infiorescenze dopo la fecondazione dei fiori si chiudono a nido d'uccello. Fiorisce in primavera da maggio fino a dicembre inoltrato. I frutti sono dei diacheni irti di aculei che aiutano la disseminazione da parte degli animali. La radice è lunga a fittone di colore giallastro, a forma cilindrica, lunga 18–20 cm con diametro intorno ai 2 cm. Nel gergo comune si è soliti riferirsi alla carota come alla parte edibile, di colore arancione/viola/bianco, che è il fittone.

Carota selvatica

Avversità[modifica | modifica wikitesto]

Le più importanti avversità che colpiscono la carota sono la mosca della carota (Psila rosae), Piralide defogliatrice (Udea ferrugalis) i funghi Sclerotinia sclerotiorum, afidi nero della fava (Aphidoidea fabae) e Rhizoctonia solani.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Produzione mondiale di carote (2018)[3]
Pos. Nazione Quantità
(in tonnellate)
1 Bandiera della Cina Cina 17.904.421
2 Bandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan 2.185.113
3 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1.497.670
4 Bandiera della Russia Russia 1.408.348
5 Bandiera dell'Ucraina Ucraina 841.840
6 Bandiera del Regno Unito Regno Unito 824.731
7 Bandiera della Polonia Polonia 726.370
8 Bandiera della Turchia Turchia 644.367
9 Bandiera dell'Indonesia Indonesia 636.873
10 Bandiera della Germania Germania 625.357
Mondo 39.996.289

Uso[modifica | modifica wikitesto]

La carota è coltivata a fittone radicale di colore bianco nelle varietà da foraggio ed arancio nelle varietà da ortaggio (il colore è dovuto alla presenza di cristalli di caroteni nei cromoplasti delle cellule parenchimatiche). La carota è ricca di vitamina A (Betacarotene), B, C ed E, nonché di sali minerali e zuccheri semplici come il glucosio. Per questo motivo il suo consumo favorisce un aumento delle difese dell'organismo contro le malattie infettive.

La carota viene coltivata in varie forme e colori

Composizione e valore energetico[4]
(in percentuale per 100 g di carote crude – Fonte Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione):

Daucus carota
  • Parte edibile 95%
  • Acqua 91,6 g
  • Proteine 1,1 g
  • Lipidi 0,2 g
  • Glucidi disponibili 7,6 g
  • Fibra alimentare 3,1 g
  • Energia 35 kcal
  • Energia (kJ): 147
  • Sodio 95 mg
  • Potassio 220 mg
  • Ferro 0,7 mg
  • Calcio 44 mg
  • Fosforo 37 mg
  • Magnesio: 11 mg
  • Zinco: 2,92 mg
  • Rame (mg): 0,19
  • Selenio (µg): 1
  • Tiamina (mg): 0,04
  • Riboflavina (mg): 0,04
  • Niacina (mg): 0,7
  • Vitamina A retinolo eq. (µg): 1148 (i livelli variano da 880- 2300)
  • Vitamina C (mg): 4

La parte edibile della carota – che si coltiva due volte l'anno – è la radice (sviluppata a cono rovesciato): le carote precoci vengono raccolte dopo circa quattro mesi mentre le tardive ne richiedono circa sei. In base al tempo di coltivazione la loro lunghezza può variare da un minimo di 3 cm a un massimo di 20 cm. L'uso in cucina della carota è svariato; può essere utilizzata per preparare puree, succhi, minestre, dolci ecc., ma anche cruda in insalata. Ad una temperatura di 0 °C ed un'umidità percentuale tra 90-95 si può conservare per diversi mesi mantenendo inalterate tutte le sue proprietà organolettiche. Se cotta al vapore o consumata cruda conserva ugualmente ogni sua proprietà.

La parte centrale color porpora del fiore bianco viene usata dagli artigiani della miniatura. Dai suoi semi si ricava un olio aromatico che viene usato per la produzione di liquori[5].

La carota è molto usata in cosmesi perché antiossidante e ricca di betacarotene, perciò stimola l'abbronzatura prevenendo la formazione di rughe e curando la pelle secca e le sue impurità; la sua polpa è un ottimo antinfiammatorio adatto a curare piaghe, sfoghi cutanei e screpolature della pelle. È molto indicata per la cura delle affezioni polmonari e nelle dermatosi; quale gastro-protettore delle pareti dello stomaco è un ottimo antiulcera. Fra le altre molteplici proprietà curative, la carota ha quelle di prevenire l'invecchiamento della pelle, facilitare la secrezione del latte nelle puerpere, tonificare il fegato, regolare il colesterolo. Altri benefici riconosciuti sono la facilitazione della diuresi, la tonificazione dei reni, l'innalzamento della emoglobina, la regolazione delle funzioni intestinali. Infine, favorisce la vista portando sollievo ad occhi stanchi ed arrossati.[senza fonte]

L'assimilazione di carotenoidi nelle carote crude è del 4-5%. Aumenta fino a 5 volte in presenza di acidi grassi omega-9 (come nell'avocado), e in presenza di una cottura non prolungata (come invece è quella a vapore).

Ricette[modifica | modifica wikitesto]

Le carote si possono cucinare in vari modi, ma anche utilizzare crude in insalata o grattugiate e bagnate con il succo di limone che contrasta con la sua acidità la dolcezza della carota. Si possono anche cucinare al vapore. Vengono talvolta usate per accompagnare il soffritto con il sedano e le cipolle. Inoltre, le carote si prestano per preparazioni dolci, come le famose torte di carote, che vengono a volte mangiate insieme alle mandorle, e i pudding.

Grazie al suo gusto dolce e zuccherino per la presenza del fruttosio contenuto in essa, la radice della carota è usata per fare il succo di frutta alla carota e confettura di carote: la produzione di quest'ultima in Spagna ha permesso all'Unione Europea di considerare la carota come se fosse un frutto, in quanto una Direttiva dell'Unione europea prescrive che la confettura si possa fare solo con la frutta, quindi, al pari dell'anguria e del melone, la radice della carota è un ortaggio nella produzione e un frutto nella consumazione.

Nomi comuni[modifica | modifica wikitesto]

  • Carota selvatica
  • Cima Piuda

Ecotipi[modifica | modifica wikitesto]

La "pastinaca"[modifica | modifica wikitesto]

In alcuni dialetti del meridione viene fatto uso del termine "pastinaca" per indicare la carota. Nel Basso Salento (Tricase, Specchia) e nel Barese (Triggiano), ad esempio, si coltiva la pestanaca di Sant'Ippazio. La pestanaca di S. Ippazio non appartiene al genere Pastinaca, ma è una carota a radice lunga: Daucus carota L. var. sativus cultivar "Santu Pati"[6]. La pestanaca di Sant'Ippazio ha colori che vanno, a seconda della maturazione, dal giallo chiaro al viola scuro. È croccante e molto fragile, ha gusto fresco e succoso ed è l'unica carota conosciuta ad aver conservato la capacità di produrre cianidine. Tale radice è protagonista di una rinomata fiera associata al culto di Sant'Ippazio, patrono di Tiggiano, che si tiene il 19 gennaio.

Un tipo di carota dal colore e nome simile viene coltivata in Calabria, di certo nel promontorio del Poro; il nome in dialetto è prestinaca ed è di colore viola (o bianco prima della maturazione). Spesso viene consumata bollita con aceto; essendo più dura e flessibile della carota arancione, è leggermente meno facile consumarla cruda, e non si presta come ingrediente per altre pietanze più complesse. Per tali motivi è sempre più rara e poco commercializzata (anche mancando una festa come quella salentina di Sant'Ippazio che dia impulso alla sua coltivazione).

Anche nella lingua emiliana, nello specifico in dialetto bolognese, la carota si traduce con pistinèga[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Daucus carota, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (FR) Daucus carota & Apis mellifera, su Florabeilles, 24 settembre 2012. URL consultato il 24 luglio 2019.
  3. ^ (EN) Crops > Carrots and turnips, su fao.org, FAO 2018. URL consultato il 21 marzo 2020.
  4. ^ INRAN: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Tabelle di composizione degli alimenti composizione e valore energetico, su nut.entecra.it (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2014).
  5. ^ accademia delle erbe spontanee, su accademiaerbecampagnole.eu. URL consultato l'11 maggio 2020.
  6. ^ La pastinaca di Santu Pati, su quoquo.it. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2014).
  7. ^ Dizionario bolognese-italiano, italiano-bolognese, p. 477.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]