Benutzerin:Donna Gedenk/Piero Terracina

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È stato uno dei sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz, dove fu deportato in quanto ebreo.

Biografia[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

Nasce a Roma in una famiglia ebraica, ultimo dei quattro figli di Giovanni Terracina e Lidia Ascoli.[1] Nell'autunno del 1938, a causa dell'emanazione delle leggi razziali fasciste, Piero, come tutti gli alunni e i docenti ebrei, fu espulso dalla scuola pubblica. Terracina proseguì gli studi nelle scuole ebraiche fino a che, dopo essere sfuggito al rastrellamento del 16 ottobre 1943 nel Ghetto di Roma, fu arrestato a il 7 aprile 1944, a Roma, su segnalazione di un delatore, insieme a tutta la famiglia: i genitori, la sorella Anna, i fratelli Cesare e Leo, lo zio Amedeo, il nonno Leone David.[2] Detenuti per qualche giorno nel carcere di Roma di Regina Coeli, dopo una breve permanenza nel campo di Fossoli, il 17 maggio del '44 furono avviati alla deportazione.[3]

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Degli 8 componenti della sua famiglia, Piero Terracina sarà l'unico a fare ritorno in Italia. Il dramma si consuma il giorno stesso dell'arrivo a Auschwitz-Birkenau.[3]

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Immatricolato con il numero A-5506, per Piero Terracina comincia la quotidiana lotta per la sopravvivenza, così ricordata:

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Nel campo, Terracina strinse amicizia con un altro giovane deportato italiano, Sami Modiano, proveniente da Rodi, di soli due anni più piccolo di lui. Ricordata da Modiano come "un'amicizia vera, profonda, fraterna. Avevamo tutti e due bisogno di un punto di riferimento".[4]

Il 27 gennaio 1945 arriva la liberazione, che Terracina può condividere con l'amico Modiano e pochi altri italiani sopravvissuti, tra cui Primo Levi. Ma il ritorno alla vita fu per tutti lungo e difficile.[5]

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Dopo il ritorno dall'internamento, Terracina fu accolto e integrato dalla comunità ebraica romana.[3]

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Riguardo alle responsabilità sulla Shoah, ha dichiarato:

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Piero Terracina insieme agli alunni dell'IIS "Pomponio Leto" al termine di un incontro - dibattito a Teggiano (SA) il 5 marzo 2009

Da allora Terracina vive a Roma, dove ha svolto l'attività di dirigente d'azienda[6].

A partire dagli anni ottanta, ha svolto un'attività di testimonianza, affinché tali e simili orrori non si ripetano, svolgendo incontri in scuole, associazioni, università, conferenze, seminari di formazione, istituzioni militari, trasmissioni radiofoniche e televisive, carceri.[7] Nel 1997 è fra i testimoni del film-documentario Memoria presentato al Festival di Berlino. Ha inoltre partecipato a viaggi della memoria con le scuole. Nel 2003 ha contribuito, insieme a Enrico Modigliani, alla fondazione di Progetto Memoria, una collaborazione tra Fondazione CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) e Comunità ebraica di Roma, che si occupa del coordinamento degli incontri dei testimoni in scuole, enti e associazioni, prevalentemente nel Centro-sud. È ora presidente onorario di questa associazione.

Nel 2009 la sua voce è stata inclusa nel progetto di raccolta dei "racconti di chi è sopravvissuto", una ricerca condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che ha portato alla raccolta delle testimonianze di quasi tutti i sopravvissuti italiani dai campi di concentramento allora ancora viventi.[8]

Piero Terracina insieme agli alunni di alcuni licei salernitani, al termine di una conferenza svoltasi al Grand Hotel Salerno il 21 gennaio 2015.

Qualche giorno prima dell'inizio del campionato europeo di calcio 2012 Terracina è stato chiamato, insieme con Sami Modiano e Hanna Kugler Weiss, a guidare la Nazionale italiana di calcio in visita al campo di concentramento-sterminio di Auschwitz.[9]

Il giorno 24 settembre 2013 diventa Cittadino onorario del Comune di Rionero in Vulture (PZ) per essere stato testimone di resistenza alle barbarie nazifascista e interprete attivo dei valori di pace, libertà e democrazia su cui è fondata la Costituzione repubblicana.

Il 28 gennaio 2010, nell'ambito del progetto "Memorie d'inciampo a Roma" a cura di Adachiara Zevi e dell'associazione Arte in memoria, sono state installate sette pietre d'inciampo (stolpersteine) davanti all'abitazione dove la famiglia Terracina era nascosta al momento dell'arresto.[10] Poco tempo dopo, le pietre sono state imbrattate da ignoti, ma prontamente ripulite da parte del Municipio, con una mobilitazione generale.[11][12]

Il giorno 20 gennaio 2015 è ospite della conviviale del Rotary Club Salerno Duomo, invitato dal Prof. Canio Noce, per essere stato testimone di resistenza alle barbarie nazifasciste e figura attiva di pace, libertà e democrazia; nella giornata seguente, sempre a Salerno, svolge una conferenza con gli alunni di alcuni licei salernitani.

Il giorno 11 marzo 2015 viene ospitato a Trapani per la commemorazione del settantesimo anniversario della liberazione dai campi di concentramento, nell'ambito del progetto "Ricordare la dimenticanza".

Grazie all'impegno dello scrittore e docente Eraldo Affinati, ha ricevuto la cittadinanza onoraria della Città dei Ragazzi.

È socio dell'Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei campi nazisti (ANED), è stato presidente dell'Associazione Amici di Israele, di cui è Presidente onorario, ed è stato consulente per la Memoria e la Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 2002 al 2007.

E' morto l'8 dicembre 2019 a Roma[13]. Tre giorni prima il comune di Campobasso gli aveva conferito la cittadinanza onoraria.

Riconoscimenti[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

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Vorlage:Onorificenze

- Premio Capitolium 1998, Roma, Sindaco Francesco Rutelli

- Premio simpatia 2016, assegnato a Roma, al Campidoglio, per la categoria "Storie"

- Premio Romei 2018, assegnato a Roma dall’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici e alte professionalità della Scuola) a dirigenti, docenti, giornalisti ed altre personalità che si sono distinte nella loro attività professionale per l’attenzione alle problematiche formative dei giovani.

È cittadino onorario delle città di:

Note[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

  1. Liliana Picciotto, Il libro della memoria (II ed.; Milano: Mursia, 2001).
  2. I nomi della Shoah.
  3. a b c Vorlage:Cita web
  4. Maida, pp.278-79.
  5. Triangolo Viola
  6. Vorlage:Cita web
  7. Vorlage:Cita web
  8. Marcello Pezzetti, Il libro della Shoah italiana (Torino: Einaudi, 2009).
  9. .La Nazionale in visita ad Auschwitz . Pacifici: "Fatto storico" | Il Sito di Firenze
  10. .Vorlage:Cita web
  11. Vorlage:Cita web
  12. Vorlage:Cita web
  13. https://www.ilmessaggero.it/roma/news/piero_terracina_morto_ebreo_auschwitz-4913097.html

Bibliografia[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

  • Elisa Guida, La strada di casa (Viella, Roma, 2017)
  • L. Frassineti, L. Tagliacozzo, Anni spezzati, (Giunti Progetti Educativi, Firenze, 2009)
  • Bruno Maida, La Shoah dei bambini (Einaudi: Torino, 2013), pp. 47, 274, 278.
  • Marcello Pezzetti, Il libro della Shoah italiana (Torino: Einaudi, 2009).
  • Liliana Picciotto, Il libro della memoria (II ed.; Milano: Mursia, 2001).
  • Erika Silvestri, Il commerciante di bottoni (Rizzoli 2007 ean 9788817047715)

Voci correlate[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

Collegamenti esterni[Bearbeiten | Quelltext bearbeiten]

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